To be a Rock and not to Roll

Ed eccoci. Siamo giunti al termine di questo Tour breve e intenso. Non so voi, ma io mi sono divertita da matti!

Che io sappia non ci sono più date per un po’, quindi ci prendiamo una pausa anche noi e chiudiamo i battenti. Per il momento.

Abbiamo riso e scherzato, ho conosciuto un sacco di persone che vale la pena di incontrare almeno una volta nella vita. Quelle persone che ti svegli una mattina, prestissimo, e hai nella testa e nel cuore la voglia di raccontare una storia. In che forma, poi, si vedrà. E ti porti addosso la sensazione finché non lo fai.

Ora, questo blog non sarebbe esistito senza la band che l’ha ispirato, i Mutter Dog. Da quella prima sera che li ho sentiti suonare, tra mille difficoltà, mezzi ammalati, con una batteria instabile e un pubblico inesistente, mi si sono messe in moto le ruote dentate del cervello. Erano bravi. E appassionati, cosa non facile da scovare.

Il singolo “Light Up The World”, tratto dall’EP omonimo.

Volevo essere di un qualche aiuto… ma come?

In una cosa mi diletto: scrivere sui blog. A parte andare ai concerti, ecco come.

Ma stavo per abbandonare l’idea, non avrei mai potuto seguire tutto il Tour da sola. Non potevo partecipare a tutte le date per motivi logistici e impegni vari. Però la musica ha questo potere di aggregazione fra le persone: anche se non le conosci, è come se fosse così, c’è una condivisione che va al di là di un interesse comune di cui si conversa. Di musica non si parla, la musica la devi sentire, ancor più che ascoltare. Ti deve portare, ferire, spaventare e far ritrovare, tutto in una volta. E’ per questo che unisce.

E’ una cosa che ho provato varie volte, quando passi le ore fuori da un cancello ad aspettare per vedere una band che viene da lontano, e quella è l’unica data italiana. Non conosci nessuno di quelli che ti stanno intorno, eppure sono tutti lì, come te, a condividere con te quel pensiero e quel batticuore a doppio pedale. Ce l’hanno scritto in faccia, oltre che sulle t-shirts. Li conosci, li conosci bene.

Con le band emergenti è lo stesso, ma c’è ancora di più la sensazione di far parte di qualcosa. Senti ancora di più che anche se sei solo un fan, una sola persona, il supporto che puoi dare conta.

E in questo clima ho conosciuto Fra. E ho iniziato a pensare che sì, si poteva seguire tutto il Tour, in due. Gliene ho parlato quasi subito. Ci siamo intese al volo, complementari immediatamente. Senza falsa modestia, siamo una bella squadra.

Io credo sia evidente, ma nel caso non lo fosse ve lo dico: ancora, come per la band, senza di lei questo blog non sarebbe esistito. Da un punto di vista pratico, certamente, ma non solo. Sarebbe mancato quello spirito cameratesco di cui vi parlavo. Prendere e partire, incastrare gli impegni, dormire fuori, dire e fare e scrivere e scattare e sistemare foto… insieme si fa. Insieme una soluzione si trova in ogni caso.

Ho conosciuto alcuni degli altri fan, degli amici (che hanno contribuito ai posts in varia misura, la mia personalissima versione di una Justice League!), componenti a caso di altre band, anche quelli di cui ho già scordato il nome (e me ne scuso e dispiaccio profondamente). Se anche non dovessi rincontrarli, penserò a loro sempre sorridendo.

Ed è stato il motivo, oltre ai concerti in sé, per cui mi sono divertita tanto.

Se ti piace con chi sei, dove sei non importa.

Io non so salutare, non so se si è capito. Quindi non lo faccio, ci ritroveremo in un nuovo tour. Vi lascio con i Led Zeppelin, Stairway To Heaven, in uno spezzone tagliato del film Almost Famous (come ormai sapete, idea di base del TourBlog).

E Se quest’ombre v’han noiato, dite (e tutto è rimediato) che, in un sonno pien di larve, tal visione qui v’apparve.”

Negative Capability (o Dizzy Gizzy, se vi pare)

“This song… will change your life!”

E’ la scena, non presente nel film per la mancata concessione dei diritti sulla canzone (aggiunta dallo YouTuber che ha caricato questo video) da parte dei Led Zeppelin, in cui William e i suoi insegnanti cercano di convincere la madre di lui a permettergli di partire con gli Stillwater come inviato di Rolling Stone.